Chi semina vento raccoglie tempesta!

145031550-2079c92a-6190-4b48-88c5-53566eff73dfPubblichiamo un contributo sugli avvenimenti di Parigi dello scorso 13 novembre, scritto dai compagni della mensa Marzolo Occupata di Padova

Chi semina vento raccoglie tempesta!

Gli avvenimenti di Parigi hanno portato gli effetti più drammatici della guerra anche nel cuore dell’Europa. Sono la conseguenza della guerra imperialista che torna al mittente e dimostrano che l’occidente non è intoccabile, ma anzi che la “pace e la democrazia esportata”, prima o dopo, torna a casa.

La politica guerrafondaia francese è sempre stata chiara, ieri con la colonizzazione dell’Algeria e non solo, oggi portata avanti con continui bombardamenti in Siria e in Iraq; con il sostegno, diretto e indiretto a diversi colpi di stato come in Mali o in Costa d’Avorio; con la destabilizzazione della Libia nel 2011 e la completa distruzione del paese; attraverso il supporto economico e militare all’occupazione sionista della Palestina. Inoltre, dall’agosto 2014, la Francia è impegnata con oltre 3.000 militari in una campagna globale contro il “terrorismo di matrice islamica” in Africa (operazione Burkhane), intervento che si sta sviluppando in una vasta area compresa tra il Ciad orientale, il Niger, il Mali, il Burkina Faso e la Mauritania.

Quanto è accaduto in Francia è il pane quotidiano per le popolazioni di mezzo mondo dove le stragi e i massacri causati dalla Nato, e anche dai nostri eserciti, sono stati la più utile scuola dell’odio anti occidentale per migliaia di ragazzi che vedono nell’islam politico e militante una possibilità di riscossa ed emancipazione dall’imperialismo. Una situazione che deriva dalla mancanza di un punto di riferimento rivoluzionario e comunista, che molti anni fa arrivava dall’est Europa e che sosteneva e contaminava i movimenti rivoluzionari di tutto il pianeta.

La propaganda mainstream dei giorni successivi ai tragici fatti di Parigi ha chiarito che esistono morti più importanti di altri, quelli occidentali, rispetto ai milioni di morti prodotti dai nostri governi in Medio Oriente e non solo. La realtà è che il vero terrorismo e la vera violenza sono quelli dell’imperialismo, i massacri, i bombardamenti, la distruzione che esportano nel mondo per accaparrarsi materie prime e manodopera a basso costo, come risposta alla crisi di questo sistema marcio che semina miseria fra la maggior parte della popolazione per assicurare il profitto di pochi.

La guerra di cui stiamo parlando, quindi, non è una guerra religiosa nè uno scontro di civiltà ma una guerra politica ed economica portata avanti per il controllo delle fonti energetiche e di aree strategiche, per lucrare sulla vita della gente anche attraverso l’industria bellica. Non a caso, infatti, un giorno esatto dopo gli attentati di Parigi le principali aziende produttrici di armi, tra cui l’italiana Finmeccanica, hanno visto lievitare il valore delle loro azioni fino a tre punti percentuale.

Come sempre i costi della guerra sono le masse popolari a pagarle con sempre maggiore sfruttamento e repressione. Le conseguenze dei tragici fatti di Parigi sono già chiare in Francia, e non stanno tardando a farsi sentire anche da noi. Lo “stato d’emergenza” dichiarato da Hollande comporterà un maggiore restringimento degli spazi di agibilità politica e ad un aumento della repressione contro chi lotta. Comporta anche un aumento esponenziale del controllo sociale per tutta la popolazione attraverso, ad esempio, la limitazione della circolazione delle persone, la riduzione delle libertà pubbliche e politiche, l’eliminazione del dissenso e sempre maggiori poteri alla polizia, con la chiara volontà di normalizzare lo stato d’emergenza. Come hanno dimostrato le centinaia di arresti alle recenti manifestazioni parigine contro il vertice sul clima Cop21.

Per non parlare di come tutto questo viene cavalcato dalla destra reazionaria, la quale fomenta la guerra tra poveri inneggiando alla chiusura delle frontiere per tenere lontani i “terroristi” e fomentando l’odio verso gli immigrati e i rifugiati

Opponiamoci fermamente contro ogni politica guerrafondai dei nostri governi e di tutta la classe dominante. Dobbiamo rifiutare l’invocazione all’unità nazionale contro il nemico esterno e lottare contro il coinvolgimento del governo italiano nelle politiche di guerra: contro il finanziamento della spesa militare a fronte del taglio dei servizi sociali, contro la presenza delle servitù militari come già fanno in Sicilia e in Sardegna, contro la militarizzazione delle nostre città. Riprendendoci ogni spazio di agibilità che ci viene tolto e cercando di costruire un movimento contro la guerra imperialista che lotti per una società senza più classi e sfruttamento.

Assemblea della mensa Marzolo Occupata

Padova dicembre 2015

info.marzoloccupata@autistici.org

 

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