Per i fatti di Padova, molto legati alla Palestina.
Abbiamo appreso con dolore e rabbia delle misure cautelative
(quattro arresti, cinque obblighi di firma, due divieti di dimora) agli
undici compagn* di Padova, con l’assurda accusa di associazione a delinquere,
per aver partecipato ed organizzato gesti d’amore quali occupazioni di case sfitte con persone in difficoltà, o resistenza a sfratti.
Abbiamo conosciuto molti di loro nelle strade e nelle manifestazioni: sono compagni a cui vogliamo bene. Mandiamo loro un abbraccio e tutta la nostra solidarietà.
Abbiamo appreso con rabbia e dolore che la sede dell’associazione
Nicola Paisan, dove si svolgevano incontri, riunioni, doposcuola
per i bambini ed era diventato un punto di riferimento per il quartiere,
è stata messa sotto sequestro. In questa stessa sede in passato
abbiamo svolto un training per attivist* in partenza per la Palestina.
Vogliamo ribadire che, con questo gesto, lo Stato non riuscirà a
“mettere sotto sequestro” la nostra voglia di incontrarci e di creare rete.
Abbiamo appreso con rabbia e dolore che le attrezzature di RadiAzione, web-radio che dava voce (e, siamo sicur*, anche in futuro continuerà a dare voce) alle lotte sociali e all’informazione alternativa, sono state sequestrate. Quella stessa radio, durante l’ultima offensiva a Gaza, ha trasmesso dirette quotidiane portando la voce dei palestinesi che li vivevano. Ma noi sappiamo, e lo sa anche lo Stato, che nemmeno così riusciranno a mettere a tacere le mille voci con cui raccontiamo una verità diversa dalla sua.
Quando il sistema ha paura, attacca per frammentare e mettere a
tacere. Qui, come in Palestina, come in tante altre parti del mondo.
Il sistema ci immagina separati e deboli. Ci troverà uniti,
organizzati e forti.