Pubblichiamo due documenti sulla lotta in corso contro la riforma del sistema penitenziario in Grecia. La legge sarà votata nella settimana che va dal 30/06 al 05/07. Da lunedì 23/06 i prigionieri di varie carceri greche hanno iniziato uno sciopero della fame (si parla di circa 2.500 detenuti). Intanto fuori ci sono state varie azioni di controinformazione e varie ce ne saranno nelle prossime settimane. Per sabato 28/06 è previsto un corteo ad Atene e forse in altre città.
Documento della rete dei prigionieri in lotta
Il 17 marzo è stata data per la consultazione pubblica una nuova legge che ristruttura il sistema carcerario che mira a rendere le nostre condizioni di vita peggiori di quanto non siano già ora. Con questo nuovo disegno di legge verrebbe anche allungato il periodo di detenzione di prigionieri sono considerati pericolosi e bloccherebbe anche la loro possibilità di avere dei permessi giornalieri.
L’unico modo per non essere sepolti vivi è quello di resistere con forza in questo momento. La nostra passività che ci ha fatto tollerare per tanto tempo il restare chiusi nelle celle, i permessi di visita negati, il filo spinato che nasconde il cielo, l’umiliazione, le torture e le morti di questi buchi di merda “correzionali”dovrebbe dare spazio alla forza e all’ azione. L’insurrezione è la risposta di ogni essere umano che non si lascia sottomettere anche dopo anni di confino e che insiste a guardare il cielo senza filo spinato sul tetto e che vuole respirare l’aria della libertà mista al fumo delle carceri bruciate.
Questo testo è solo un invito ad iniziare un nuovo percorso di resistenza e di lotta come quelle del passato che hanno raggiunto conquiste e che sono spesso chiamati “benefici” dalle guardie a mo’ d’ insulto. Non esistono “benefici” concessi da coloro che hanno scuoiato i nostri sogni perché tutto è stato ottenuto con il sangue delle rivolte e gli scioperi della fame.
SE NON ORA QUANDO?
SE NON NOI CHI?
FUOCO ALLE GALERE
Rete dei prigionieri in lotta
Contro le carceri di Alta Sicurezza
Immediatamente dopo il re-impasto del governo e la chiusura scandalosa delle sedute parlamentari, lo staff politico del capitale locale e internazionale ha dato massima priorità alla votazione, durante le sedute estive, di un disegno di legge per la creazione di carceri di alta sicurezza. Il disegno di legge è stato discusso il 17 giugno. Questo disegno di legge propone la creazione di tre tipi di sezioni con un aumento proporzionale del livello repressivo. I prigionieri detenuti accusati di reati finanziari verranno relegati nelle sezioni “più tranquille” chiamate sezioni di tipi A. la maggior parte dei prigionieri verrà detenuta in terribili condizioni nelle sezioni di tipi B. Contemporaneamente verranno create le sezioni di tipo C per prigionieri ritenuti “speciali e socialmente pericolosi”. Il bersaglio di questa legge sono gli anarchici ed i comunisti detenuti per le loro azioni politiche e i prigionieri non sottomessi, ovvero quelli che non smettono di lottare contro la dura realtà del carcere ed infine i detenuti per crimini organizzati. I detenuti nelle sezioni C vivrebbero quindi un “carcere nel carcere”: abolizione totale dei permessi di uscita e dell’acquisizione del permesso di lavoro che ridurrebbero la durata della pena, l’inasprimento assoluto delle condizioni di rilascio (minimo 10 anni nelle sezioni di tipo C) e la creazione di sistemi di controllo panoptico sono solo alcune delle caratteristiche principali del disegno di legge. Un’ulteriore strumento di oppressione concesso ai direttori delle carceri è l’uso di forze speciali di polizia nel controllo interno e l’uso “elastico” delle armi da fuoco.
Allo stesso tempo verrebbero concesse premialità e incentivi per eventuali delatori e collaboratori. Lo scopo di tutto questo è la repressione dei gruppi politici armati, la creazione di un soggetto colpevole e la prevenzione di un’eventuale osmosi tra prigionieri politicamente consapevoli ed i comuni.
La ristrutturazione del sistema penitenziario non è un’iniziativa isolata dello Stato greco, ma si iscrive perfettamente nei dettami dell’ Unione Europea. Nel contesto della ristrutturazione generale del capitale e delle relazioni sociali, la
ristrutturazione del sistema carcerario non è altro che un’altra parte dello “stato moderno di emergenza”. In un momento di profonda crisi sociale ed economica, la repressione è una scelta centrale del sistema nel tentativo di disciplinare la società e di difendere gli interessi insanguinati della classe dominante. Il termine “nemico interno” è sempre più usato. Nel delirio securitario, non solo chi si oppone con le armi al capitalismo ma anche chiunque lotta e si batte contro il monopolio statale della violenza è considerato un “sabotatore del sistema economico”.
Considerando le condizioni di detenzione speciali per coloro “dentro le mura” e le condizioni di sopravvivenza speciali per coloro “fuori le mura”, le lotte dentro e fuori dal carcere sono indissolubilmente legate. Coloro che sono imprigionati
a causa della loro azione politica e i prigionieri che lottano, sono il primo obiettivo di questo attacco perché hanno lottato e sono ancora in lotta per il rovesciamento totale della brutalità moderna. La nostra solidarietà con le lotte dei detenuti è un momento della guerra sociale e di classe per una società ridotta all’immobilismo.
I prigionieri, in risposta diretta ai piani dello Stato, stanno organizzando diverse azioni, a partire da tre giorni di rifiuto del carrello dal 18 al 20 giugno e con altre azioni di maggiore intensità.