Appello alla mobilitazione

Cagliari3Appello alla mobilitazione in sostegno di tutti i detenuti in lotta!
Contro la differenziazione e i trattamenti punitivi: no all’isolamento, ai trasferimenti, alla censura, ai processi in videoconferenza

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Davide Delogu, dopo le proteste dell’estate 2013, durante le quali oltre 300 detenuti del carcere Buocammino di Cagliari hanno dato vita ad una rivolta, è stato trasferito presso il carcere Pagliarelli di Palermo e sottoposto ad isolamento punitivo tramite l’articolo 14 bis. Davide non ha mai smesso di lottare. Per questo motivo, dopo 9 mesi d’isolamento, è stato nuovamente trasferito al carcere di Caltanissetta in condizioni allucinanti e ancora costretto all’ isolamento senza alcun titolo.

Davide il 2 luglio verrà sottoposto ad un processo presso il tribunale di Cagliari, gli viene imputata l’intenzione di evadere!

Cerchiamo di trasformare questo processo in un momento di solidarietà e lotta al fianco non solo di Davide, ma di tutti i prigionieri che lottano e subiscono trattamenti come il suo. Il suo, infatti, non è un “caso” ma la punta di un iceberg venuta a galla attraverso la lotta e la solidarietà.

Non è da escludere che, all’ultimo momento, provino ad imporre all’imputato di partecipare al processo tramite videoconferenza, strumento massimo per impedire il diritto di difesa, per annichilire l’identità dei prigionieri e soprattutto recidere i legami di solidarietà. Questa purtroppo non sarebbe una novità, poiché la stanno già sperimentando su alcuni processi, come dimostra il caso di V. Crivello e M. Alfieri e come dimostrano anche i tentativi, mal riusciti per fortuna, di applicarla ad alcuni compagni di movimento e No Tav incarcerati. Pensiamo sia importante aprire una riflessione all’interno di chi si trova ad avere a che fare con il carcere su come porsi di fronte a questo strumento. Pensiamo che il modo migliore per non far passare la videoconferenza sia quello di renderlo un mezzo inutile e controproducente per gli aguzzini che si ostinano ad applicarla: questo può essere fatto per esempio creando dei momenti di mobilitazione durante i processi in cui la videoconferenza è prevista contemporaneamente sia nei tribunali sia nei pressi dei penitenziari dove sono rinchiusi i prigionieri sottoposti a tale trattamento. Come Assemblea facciamo appello a mobilitarsi, organizzare iniziative e a raccogliere fondi per la difesa facendo conoscere la situazione di chi vive in carcere, cercando anche di stimolare momenti di dibattitto per capire come proseguire nel sostenere i detenuti che lottano. Detenuti che si trovano sempre più stretti nella morsa del ricatto e della repressione che impedisce loro di protestare e spesso di aderire a mobilitazioni collettive.

La situazione di Davide, come quella di altri detenuti che lottano, è il prodotto di quello che è il carcere oggi. Una macchina di esclusione, di distruzione e di morte per tutti gli “indesiderati” da questa società del profitto attraverso la quale anche la loro esistenza deve essere recuperata ad esso attraverso il business del carcere, oppure annichilita . Coloro che sono rinchiusi per la maggior parte non sono altro che i figli della crisi odierna, con il 47% di disoccupazione giovanile: immigrati, disoccupati, giovani donne e uomini che alzano la testa e lottano o infrangono la legalità dello sfruttamento. La classe al potere questo lo sa e tenta di tamponare il problema delle galere che si riempiono con inutili palliativi, come i decreti svuota carceri, strumenti utili solamente a fiaccare la mobilitazione dei detenuti e a gestire la carcerazione di massa. Ma come scrivono i detenuti stessi, siamo consapevoli che solo la lotta paga e questa è la strada da percorrere fianco a fianco. La lotta contro il carcere è parte integrante della lotta più generale contro questa società che per sopravvivere alla sua crisi e impedire ogni opposizione usa repressione e guerra per mantenere lo sfruttamento dell’uomo sull’uomo.

Non permettiamo che chi lotta venga isolato e punito!

Rilanciamo la solidarietà e la mobilitazione contro 14 e 41 bis, trasferimenti punitivi, censura e i processi in videoconferenza!

Assemblea di lotta “Uniti contro la repressione”

11/6/2014

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