“Anche noi detenuti del Carcere di Viterbo aderiamo alla mobilitazione indetta dal “Coordinamento dei detenuti” che avrà inizio il giorno 10 settembre e finirà il 30 dello stesso.
Con lo sciopero della fame di 8 giorni e ulteriori forme di pacifica protesta diciamo basta a tutte le barbarie del sistema in cui viviamo! Riteniamo non più tollerabile il sovraffollamento dei penitenziari italiani che vedono migliaia di detenuti stipati come animali dentro celle inadatte, qua a Viterbo di neanche 8 mq.
Sosteniamo inoltre le rivendicazioni che lo stesso Coordinamento riporta e quindi che non ci siano più differenziazioni, isolamenti e trasferimenti, che vengano aboliti i sistemi di tortura quali: 41 bis, 14 bis, Alta Sorveglianza ed Ergastolo.
Ciò che viene da noi richiesto crediamo sia sacrosanto, sono battaglie di civiltà che forse non dovremmo neanche portare come basilari, ma siamo consapevoli che il nostro sia un sistema tra gli ultimi al mondo e quindi è nostro compito provare a cambiarlo dall’interno.
Noi per primi dobbiamo essere capaci di far uscire la nostra voce all’esterno e chiediamo a voi tutti di non lasciarci soli. Il “Mammagialla” è uno dei carceri peggiori d’Italia, non lo diciamo solo noi detenuti; siamo sempre chiusi in cella, non esistono attività volte al reinserimento, le figure come psicologo, psichiatra, educatori e altro sono quasi del tutto assenti. Si dice che il degrado di civiltà di un paese lo si misura dalle condizioni in cui versano le proprie galere, se così fosse il nostro è un paese del Terzo Mondo.
Prima dell’Amnistia o altro pensiamo che sia primario che ci venga riservato un trattamento umano. Invitiamo tutti i detenuti della Regione Lazio a non tirarsi indietro e lottare insieme a noi!”.
I detenuti del Mammagialla di Viterbo