Torino: Quella di oggi è stata un’udienza diversamente interessante. Noi “imputate/i” siamo statI/e presenti in otto. Subito dopo l’appello tre di noi hanno dichiarato, ognuno con proprie parole, estraneità a ogni riconoscimento nei confronti del tribunale, del processo unita alla decisione di revocare l’avvocato nominato al momento dell’arresto. Il tribunale si è immediatamente ritirato in camera di consiglio per trovare un avvocato d’ufficio cui affidare la difesa dei tre compagne/i che avevano fatto la revoca. Il processo è ripreso circa un’ora e mezza dopo, presente l’avvocato d’ufficio. Abbiamo ripreso la parola per ribadire che ci saremmo autodifesi, che perciò non riconoscevamo nulla all’avvocato d’ufficio, il quale ha chiesto i termini per poter leggere le carte ecc.; gli sono stati concessi 10 giorni. Tuttavia, la corte, decisa a riprendere a tutti i costi l’udienza, ha dato mandato agli avvocati di fiducia revocati di “assistere” noi per il tempo dell’udienza. Gli avvocati hanno tentato di respingere l’incarico anche appellandosi alla legislazione dell’Unione Europea che prevede l’ “autodifesa”. Un pastrocchio evidente, “imbarazzo tangibile” come dichiarano gli avvocati.I pm intervengono precisando che la legge italiana non riconosce l’autodifesa, che quindi la “difesa tecnica è irrinunciabile… che la normativa europea è stata riconosciuta in Italia negli ultimi decenni, concedendo all’imputato la possibilità della ‘dichiarazione spontanea’.” La corte, riparatasi anche dietro queste argomentazioni, è così riuscita a far proseguire l’udienza.
Nel seguito sono state ancora una volta dibattute, precisate prove, testimonianze, consulenze, filmati ecc. che difesa da una parte e accusa dall’altra vogliono far entrare negli atti del processo. Per esempio: i pm hanno ribadito che il processo deve affrontare “i reati commessi”, lasciando completamente da parte il “contesto, la legalità, legittimità ecc. dell’opera-Tav” – si sono opposti ai filmati tratti dalla difesa da youtube, considerando questa fonte inattendibile e/o simili, ma in poche parole solo quelli che gli fanno comodo ( cioè i filmati “selezionati” con cura dalla procura sempre in sintonia con l’inchiesta sfacciatamente a senso unico : SI TAV ) come si sono opposti alle richieste di testimonianze-consulenze, rispetto alla legalità dell’ “opera Tav”; all’ordinanza di sgombero del presidio della Maddalena eseguita il 27 giugno 2011, all’impiego – il 3 luglio 2011- dei devastanti lacrimogeni CS unito ai pestaggi subiti da diversi manifestanti; alle “regole d’ingaggio” cioè gli ordini effettivi affidati in quelle giornate agli sbirri; alle testimonianze su questi e altri episodi… Gli avvocati della difesa hanno ribattuto invece il proposito delle prove ecc. portate e la particolarità politico e sociale di questo processo, che continua fra l’altro a svolgersi in un’aula militarizzata…I PM ammettevano l’anomalia del processo ribadita dagli avv della difesa ( tra carcerazioni e restrizioni pesanti per imputazioni minime,aula bunker, “condanne preventive” anche mezzo stampa… ) ma a loro dire solo per “colpa” del comportamento degli imputati-e. Nella replica alla replica della difesa hanno cercato di rimettere in discussione le prove ecc. richieste dalla difesa. Questa si è invece opposta con forza reclamando “opposizione” verso il tentativo di rimessa in discussione del proprio lavoro e di legittimazione dell’aula bunker in quanto, hanno sostenuto i pm “in aula nelle prime udienze sono avvenuti episodi ingiustificati”… il presidente del tribunale li ha interrotti con un “non è così” a cui si sono uniti tutti gli avvocati. Così si è scoperto quel che si era intuito: dietro la scelta dell’aula bunker non c’è la mancanza di spazi nel tribunale in città, come ha sempre argomentato il presidente della corte, ma piuttosto una decisione dei vertici di polizia, carabinieri, procura, corte d’appello ecc. Insomma, anche la prossima udienza, rinviata al 21 giugno, dati i termini di 10 giorni concessi all’avvocato d’ufficio, si svolgerà nell’aula-bunker vicina al carcere.
Di seguito la dichiarazione di Mau: “Revoco l’avvocato da me nominato al momento dell’arresto. Voi farete altre nomine, è chiaro, parleranno per voi, mai e poi mai per me! Questo processo e questo tribunale fanno parte dello stato che, l’ho visto con i miei occhi, sta devastando la val Clarea. Per me qui parlano le lotte portate avanti il mondo contro le vostre devastazioni sociali e ambientali. A parlare qui per me sono i movimenti in cui vivo e mi identifico anche qui”. 8 giugno 2013