Pubblichiamo un contributo della Mensa Marzolo Occupata di Padova sulla Giornata Internazionale del Rivoluzionario Prigioniero
Per non dimenticare.
La memoria di ieri per la lotta di oggi!
19 giugno, Giornata Internazionale del Rivoluzionario Prigioniero
Il 19 giugno 1986, in alcune carceri speciali del Perù, vennero massacrati dalle forze armate del governo “socialista” di Alan Garcia circa 300 prigionieri politici del Partito Comunista Peruviano, Sendero Luminoso, e dell’Esercito Popolare di Liberazione. I prigionieri erano in lotta contro i maltrattamenti a cui venivano sottoposti e per evitare il loro imminente trasferimento e la dispersione in diverse carceri del paese.
In quegli anni, in Perù come in quasi tutta l’America Latina, si ergevano su ordine statunitense dittature e sanguinari governi paramilitari. In Perù nel 1984 si contano 4.700 assassinii e 4.000 desaparecidos che aumenteranno di migliaia negli anni successivi. Alla politica del genocidio corrispose la lunga Resistenza e la lotta popolare del Partito Comunista Peruviano che rappresentò per decenni il punto di riferimento per contadini, indios e la popolazione più emarginata e sfruttata. Espressione di questa lotta era il ruolo delle centinaia di prigionieri politici che continuavano a battersi e a combattere contro i piani del governo andino.
Il 31 ottobre 1985 fu riconosciuta la condizione di “prigionieri speciali” e un insieme di diritti corrispondenti a quelli garantiti non solo dalla legislazione internazionale, sottoscritta dallo stesso governo peruviano, ma anche dalla stessa costituzione, leggi e diritti conquistati con dure battaglie. Ma le provocazioni contro i detenuti non si placavano.
La notte tra il 18 e il 19 giugno 1986 i prigionieri politici delle carceri dell’isola di El Fronton, Lurigancho, un distretto a sud di Lima e El Callao, dove si trova il porto della capitale, si ribellano occupando una parte delle carceri, sequestrando delle guardie e presentando una piattaforma di rivendicazioni e richieste.
La risposta del governo peruviano è imminente quanto durissima. Le forze speciali, la marina di guerra e la forza aerea sotto un comando congiunto attaccano le carceri in rivolta seminando morte e uccidendo a sangue freddo anche i compagni e compagne detenuti che si erano arresi.
Da quella notte di coraggiosa rivolta, il 19 giugno fu definito “il giorno dell’eroismo” come esempio per la resistenza che i prigionieri conducono incessantemente nelle carceri dell’imperialismo.
Un momento in più per stringersi e solidarizzare con tutti i rivoluzionari, i compagni e le compagne detenuti di tutto il mondo lottando, rilanciando la solidarietà di classe e internazionalista. Oggi l’esempio più forte della lotta dei prigionieri proviene dalla coraggiosa resistenza del popolo palestinese che conta migliaia di uomini, donne e bambini incarcerati nelle galere sioniste.
In Italia, invece, da più di 10 anni 3 prigionieri rivoluzionari delle Br-Pcc si trovano detenuti in regime di 41 bis, il cosiddetto carcere duro, tra cui una compagna prigioniera nel carcere de L’Aquila. Proprio a L’Aquila sabato 25 giugno si svolgerà un corteo e un presidio nazionale nell’ambito della campagna “pagine contro la tortura”, per abbattere il divieto di ricevere libri per i prigionieri sottoposti a questo regime detentivo e inumano.