C’era un’epoca in cui o si era d’accordo con il regime, o si era messi al bando. Non si poteva mostrare pubblicamente il proprio dissenso, pena il foglio di via, il divieto di dimora, la deportazione o il carcere.
C’era un’epoca in cui bisognava avere paura, far finta di niente, chinare la testa oppure subire le vessazioni e le angherie dei potenti, delle loro squadracce in uniforme.
QUELL’EPOCA È OGGI.
Il regime è quello imposto da chi accumula sempre più denaro e potere.
Negli ultimi 5 anni, sotto una forte pressione politica, la procura di Torino è stata organizzata come un vero e proprio “cartello mafioso”, l’obiettivo è quello di distruggere qualsiasi forma di dissenso che possa danneggiare gli interessi della lobby finanziaria locale.
Sono stati ripescati due P. M. reduci di una carriera ingloriosa, di chiara estrazione politica reazionaria e quindi perfetti protagonisti di una guerra privata contro qualsiasi movimento di lotta. È stata data loro carta bianca, permettendogli di oltrepassare i limiti imposti dal loro stesso codice di procedura penale. Sono stati scelti dei Giudici per le Indagini Preliminari (coloro che decidono se imporre o meno delle misure restrittive prima dello svolgersi del processo) conniventi con questo disegno criminale e quindi disposti a firmare qualsiasi richiesta fatta dal Pubblico Ministero.
Sono moltissime le misure preventive contro i NOTAV. Ci sono persone costrette ai domiciliari, cui viene negata addirittura la possibilità di recarsi all’università o dal proprio avvocato. Ci sono persone costrette a recarsi tutti i giorni in una caserma dei carabinieri per firmare ed altre che, pena la carcerazione, non possono uscire dal proprio comune di residenza. Inoltre sono stati emanati una montagna di fogli di via.
Nella città di Torino più di 50 ragazzi e ragazze sono sottoposti a misure cautelari preventive molto dure come la sorveglianza speciale, il divieto di dimora o gli arresti domiciliari.
Queste persone sono responsabili di lottare contro i fascisti, di resistere agli sfratti, di opporsi alle retate contro imigranti ed al funzionamento dei lager in cui vengono deportati (Centri di Identificazione ed Espulsione).
È necessario capire la gravità del momento che stiamo attraversando, la procura di Torino è oggi un laboratorio in cui si stanno sperimentando metodi repressivi sempre più pervasivi.
È necessario stringersi attorno a chi viene colpito da queste misure preventive e portare avanti con maggiore determinazione le lotte che vorrebbero eliminare, non farlo significherebbe accettare il fatto che chi non è d’accordo con le decisioni prese dall’alto, debba essere espulso o rinchiuso.
Oggi come ieri è necessario scegliere da che parte stare.
Oggi come ieri è necessario essere partigiani.
Coordinamento NOTAV alta valle di Susa