In solidarietà ai compagni e alle compagne inquisiti a Padova
Abbiamo appreso dei fatti accaduti a Padova il 18 febbraio, degli arresti e delle varie misure cautelari ai danni di 11 compagni del Comitato di Lotta per la Casa e vogliamo esprimere tutta la nostra vicinanza e solidarietà a coloro che sono stati colpiti da questa indagine, alla Web radio Radiazione e all’Infospazio Chinatown, storico luogo di ritrovo e di organizzazione dei compagni di Padova, oggi sotto sequestro.
La lotta per la casa rappresenta da diversi anni una risposta auto-organizzata al ricatto dell’affitto e alla minaccia dello sfratto. Per mezzo di questa lotta non solo si costruisce una rete di supporto tra persone, altrimenti costrette a vivere isolate in auto, per strada o a occupare silenziosamente edifici sfitti, ma si sviluppano anche dinamiche di solidarietà e di auto-organizzazione che svincolano chi si ritrova in questa situazione dalla guerra tra esclusi e dalla logica dell’assistenzialismo.
Sappiamo che il problema della casa, sempre più diffuso e sempre più oggetto di speculatori e affaristi di turno, è inserito tra le priorità degli apparati repressivi dello Stato. Negli ultimi anni infatti si sono succedute varie inchieste e processi ai danni di occupanti e solidali, come ad esempio nel caso di Milano, Torino, Bologna. In quest’ultimo episodio, quello di Padova, si configura persino il reato di associazione per delinquere e i compagni indagati vengono definiti “sodalizio criminale”. Se criminale è il comportamento di chi occupa case vuote, di chi resiste agli sgomberi, di chi non si piega di fronte a fantocci istituzionali, allora anche noi siamo uomini e donne criminali. Se l’accusa poi viene mossa da affaristi, giornalisti, Questure e Tribunali, se sono quest’ultimi, che vivono sui proventi della menzogna e dell’infamia, a giudicarci, allora una volta in più sappiamo di essere nel giusto.
Nonostante sgomberi o indagini, al di là di tutta la tecnologia di controllo che ci rivolgeranno contro, continueremo a batterci per i nostri spazi e per liberarne altri. Crediamo che l’occupazione e la distruzione della proprietà privata siano momenti di determinata affermazione della capacità di combattere l’autorità e la sopraffazione che domina questo mondo fatto per i ricchi e per gli arrivisti. Le persone che si conquistano e si difendono i loro spazi possono e devono essere un esempio per gli sfruttati e una negazione di questa società che ci rende tristi e soli.
Solidali con i compagni e compagne indagati, solidali con chi occupa e si difende i propri spazi
Richi, Maria, Cic e Redi liberi
Compagne e compagni di Trento e Rovereto