Da parecchi anni, in piazzetta caduti della Resistenza a Padova, il venerdì pomeriggio i bambini del quartiere hanno a disposizione un doposcuola completamente gratuito presso l’associazione Nicola Pasian, ma oggi troveranno la porta sigillata da una lastra di metallo.
Perché? Perché ieri, il 18 febbraio i membri del “Comitato di lotta per la casa”, “Radio RadiAzione” e l’associazione culturale Nicola Pasian, nota anche come InfoSpazio ChinaTown, hanno subito un gravissimo atto repressivo.
Le loro abitazioni sono state perquisite e la sede dell’associazione posta sotto sequestro, così come il materiale per trasmettere di Radio Radiazione.
Maria, Riccardo, Andrea, Lorenzo sono agli arresti domiciliari, altri due sono sottoposti al divieto di dimora in territorio comunale e cinque agli obblighi di firma, per un totale di 11 misure cautelari.
Le accuse sono sbalorditive: associazione a delinquere finalizzata all’impedimento di sfratti e all’occupazione di immobili.
Ma quali i “reati” di questi 11 “delinquenti”? Forse l’impegno del Comitato nel denunciare gli abusi speculativi di Ater e comune, che lasciano deliberatamente case popolari sfitte, nella prospettiva di far cassa, impendendo così ad intere famiglie, italiane e straniere, di potervi accedere? Forse l’aver aiutato alcune famiglie di lavoratrici e lavoratori precari o disoccupati che bassi salari, licenziamenti e chiusure ha messo in ginocchio a mettersi un tetto sopra la testa? Oppure del supporto umano e materiale che il Comitato ha offerto a queste persone, che da un giorno all’altro si sono trovate senza uno stipendio per pagare l’affitto, e che altrimenti si sarebbero trovate isolate, del tutto ignorate dalle istituzioni chedovrebbero tutelarle, ma che invece hanno più a cuore i profitti degli speculatori? Parliamo forse allora del lavoro svolto in questi anni dall’associazione Nicola Pasian (dedicata ad un medico e rivoluzionario che tanto ha contribuito alla vita del quartiere)? Del progetto promosso dall’associazione di integrazione e collaborazione tra gli abitanti del quartiere? Del doposcuola per i bambini? Della palestra popolare? Delle attività culturali e informative che lo spazio ha sempre accolto? Forse è un reato portare avanti una radio indipendente ed autonoma, che ha sempre dato risonanza a chi altrimenti non avrebbe avuto nessun’altro canale per essere ascoltato? Ecco dunque chi sarebbero i pericolosi criminali da arrestare e fermare: ragazze e ragazzi che si impegnano e lottano duramente per sostenere chi questa crisi l’ha davvero subita.
L’accusa di associazione a delinquere non ha evidentemente nessun fondamento giuridico. Il suo uso è quindi puramente politico. La questura di Padova, e non solo, costruisce un teorema in cui le trattative per rinviare gli sfratti diventano una resistenza a pubblico ufficiale, tutte inserite in un grande piano criminale che punta a… impedire che famiglie finiscano per strada. Un teorema che fa ridere, ma con il quale un giudice compiacente ha potuto disporre delle misure cautelari molto pesanti, che vogliono impedire materialmente al comitato di funzionare, che vogliono intimidire tutti quelli che il comitato ha difeso ed organizzato.
Ma a vantaggio di c
hi? Noi pensiamo che questa operazione nasconda i veri delinquenti, responsabili dell’impoverimento e dello sfruttamento di queste famiglie: dalle istituzioni alle aziende, le finte cooperative in cui tanti lavorano per salari troppo bassi, ai proprietari immobiliari che impongono prezzi altissimi per case fatiscenti.
La nostra massima solidarietà va invece ai compagni sotto accusa, che si sono affiancati ai lavoratori e alle famiglie nella lotta e che da tempo si impegnano per rendere la vita più difficile a chi specula, a chi sfrutta, a chi comanda, provando ogni giorno a costruire un’alternativa in cui sia finalmente chiaro che criminale è chi sfrutta per lucrare, non chi lotta per campare.