Pubblichiamo un aggiornamento sul caso di Bahar Kimyongur.
• Mercoledì il tribunale di Madrid ha depositato l’ordinanza sulla decisione del 1° luglio scorso di non accettare la richiesta di estradizione della Turchia. La cauzione di 10.000 euro versati da Bahar Kimyongür sarà restituita. L’ordinanza ricorda il carattere legale dell’attivismo di Bahar Kimyongür e il principio ‘non bis idem’ (non due volte per la stessa cosa) che proibisce di perseguir la stessa persona per i medesimi fatti.
• Bahar Kimyongür è stato arrestato a Cordoba in Spagna il 17 giugno 2013, poi liberato su cauzione il 19 giugno 2013. La giustizia spagnola non si era tuttavia pronunciata sulla richiesta di estradizione. Successivamente era stato arrestato a Bergamo, in Italia, il 21 novembre 2013 e poi liberato l’11 marzo 2014 dalla Corte d’appello di Brescia.
Il rifiuto di estradizione della Corte di Madrid è il 4° riguardante Bahar Kimyongür, dopo quello del Belgio del dicembre 2009, dei Paesi-Bassi nel 2006, e dell’Italia nel marzo 2014.
Forte di queste sentenze, Bahar Kimyongür ha annunciato la sua volontà d’affrontare la giustizia turca che lo accusa di appartenere al DHKP-C, senza tuttavia recarsi in Turchia dove è ancora sottoposto a mandato di cattura.
Sarà difeso dall’Associazione dei giuristi progressisti turchi “Cagdas Hukukçular Dernegi”. Per la maggior parte questi avvocati sono essi stessi perseguiti in Turchia per appartenenza all’organizzazione “terroristica” DHKP-C.
Bahar Kimyongür si augura di ottenere la radiazione dalle liste dei ricercati dall’ Interpol. Il 21 febbraio scorso l’Interpol ha bloccato la sua segnalazione dalla Turchia.
Bahar Kimyongür è sempre in attesa di una decisione per la denuncia contro ignoti, fatta nel 2011, per attacco ai suoi diritti da parte di funzionari pubblici, per abuso di potere e complicità in trattamento disumano e tortura per il suo arresto il 28 aprile 2006 nei Paesi Bassi 2006.
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