Uniti contro carcere, repressione e processi
Estendere le lotte, praticare la solidarietà!
Con gli arresti dei militanti No Tav del 9 dicembre 2013 della Procura di Torino la repressione alza il tiro: il sabotaggio al cantiere dell’alta velocità in Val Susa viene definito “atto di terrorismo” attraverso l’articolo 280 c.p.. I compagni imprigionati, perseguiti anche con il reato associativo 270 sexies c.p., finiscono sottoposti al più duro trattamento carcerario.
Quest’azione repressiva è una minaccia e un vero atto di terrorismo contro tutti coloro che lottano, con determinazione e fuori dal giogo istituzionale, nei territori, sui posti di lavoro, nei quartieri, nelle scuole e nelle università. Qualsiasi azione di lotta che travalichi i confini della “compatibilità democratica”, incidendo effettivamente nei rapporti di forza verso stato e padroni, potrà essere accusata di terrorismo e colpita con la ritorsione repressiva al massimo livello: quella del carcere e, in particolare, dei regimi di isolamento e differenziazione.
Sulla scia positiva del corteo del 27 Febbraio in Valle dopo i 26 arresti compiuti a Gennaio 2012 in tutta Italia, come risposta repressiva alle giornate di mobilitazione popolare di giugno e luglio del 2011 contro il Tav, in cui c’è stata una risposta unitaria alla repressione con uno spezzone molto partecipato e determinato pensiamo sia necessario allargare la partecipazione allo spezzone dell’Assemblea a tutte quelle realtà che lottano attivamente per sovvertire questo sistema e per questo subiscono gli attacchi repressivi.
Come Assemblea pensiamo che la lotta contro il carcere sia parte integrante della lotta contro il capitalismo perché il carcere è paradigmatico sia del livello di malessere sociale dentro la crisi, sia dello scontro di classe in atto in Italia. Non solo, esso è anche una minaccia formidabile contro chiunque voglia lottare ed è utile a colpire i livelli più alti di conflitto. Non a caso è proprio il movimento contro il Tav che viene colpito con la legislazione antiterrorismo e con la carcerazione dei compagni che lo animano per colpire così un esempio alto di mobilitazione oggi presente in Italia, creando un deterrente a chiunque si voglia ribellare.
Rispondiamo uniti al terrorismo dello stato, avanzando in tutte le lotte e anche nella battaglia contro il carcere. Impediamogli di avere mano libera nell’attaccare ogni singola lotta e ogni singola pratica di resistenza. Sosteniamo anche le lotte dei detenuti in corso nelle carceri italiane e sviluppiamo solidarietà attiva e concreta attorno a chiunque si mobilita e che per questo viene represso.
Contro tutti i processi No Tav un’unica lotta!
Claudio, Mattia, Chiara e Nicolò Liberi
Terrorista è lo stato!
Uniamo la lotta popolare alla lotta contro il carcere!
Assemblea di lotta “Uniti contro la repressione”
Aprile 2014