IL SISTEMA CARCERE E IL TERRITORIO
Combattere concretamente il carcere significa anche approfondire la conoscenza del sistema repressivo nella sua complessità. La differenziazione, ha decisamente caratterizzato lo sviluppo dell’azione repressiva negli ultimi decenni con il risultato di plasmare gli strumenti legislativi e giudiziari in rapporto con la gestione concreta delle carceri qui come nel resto del mondo. In Italia, facendo leva sulla logica premiale, le strategie di differenziazione hanno contribuito a restituire un complesso carcerario sempre più articolato, dividendo i prigionieri in circuiti ad hoc destinati al contenimento, dove l’isolamento ne esprime il livello più avanzato. Da questo punto di vista possiamo individuare criterio selettivo “verticale” del sistema carcerario, che al vertice tende invariabilmente all’annientamento delle soggettività più combattive e resistenti con riferimento a pratiche di lotta portate avanti sia all’interno che all’esterno della struttura carcere. Ma esiste anche un altro aspetto, ossia l’estensione del modello carcerario secondo un piano orizzontale, attraverso la sua diffusione sul territorio e la sua applicazione a varie categorie di soggetti a prescindere dalla rilevanza penale dei loro comportamenti. In questa occasione di confronto e dibattito, vogliamo puntare l’attenzione su alcuni esempi in tal senso, da un lato cercando di fare alcune considerazioni sulle esperienze di lotta contro i C.I.E (centri di identificazione ed espulsione) per immigrati, dall’altro cominciando a ragionare sulle prospettive che si aprono con la chiusura degli O.P.G (ospedali psichiatrici giudiziari) e il passaggio di competenze che in termini di contenimento avverrà nell’ambito della psichiatria
interverranno:
-Comitato in difesa dei malati psichici – Parma
-No CIE Modena e Bologna
-OLGA – Milano
-Assemblea di lotta “Uniti contro la repressione”
MERCOLEDI’ 22 MAGGIO ore 21
SPAZIO POPOLARE AUTOGESTITO SOVESCIO
(previsto aperitivo-cena dalle ore 19)