Presenza solidale a L’Aquila per l’udienza d’appello del 27 marzo 2013 ore 12

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Lunedì 27 marzo 2013 alle ore 12.00 al tribunale di L’Aquila si svolgerà l’udienza di appello contro gli undici compagni/e condannati in primo grado il 16 novembre 2010 a due anni di carcere ciascuno per l’articolo 414 cpp, apologia di reato, per aver scandito lo slogan: “la fabbrica ci uccide, lo stato ci imprigiona che cazzo ce ne frega di biagi e di d’antona”. I fatti risalgono al corteo del 3 giugno 2007 a L’Aquila contro il carcere, il 41 bis, in solidarietà ai rivoluzionari prigionieri e alle lotte di tutti i detenuti. Nonostante siano trascorsi alcuni anni, la magistratura ha la memoria lunga e tiene sempre ben oliato il proprio ingranaggio “democratico” per comminare denunce e carcere ai proletari e ai rivoluzionari.


Sin dall’inizio, si è cercato di trasformare un processo a una lotta in un processo di lotta, rispondendo con l’unità e la mobilitazione laddove la magistratura ci voleva divisi e passivi. Ricordiamo che i compagni condannati sono stati separati in due filoni processuali diversi secondo il reato e “l’area” di appartenenza politica.
Proprio per contrastare la logica della divisione, si sono susseguite numerose iniziative, culminate nella manifestazione “di ritorno” a L’Aquila il 18 giugno 2011. Per questa iniziativa cinque compagni sono stati citati a giudizio per l’ex articolo di oltraggio a pubblico ufficiale: l’articolo 342 c.p., oltraggio a un Corpo Politico, amministrativo, o giudiziario reintrodotto con il pacchetto sicurezza del 2009. Il processo comincerà il prossimo 30 aprile.

In continuità con le mobilitazioni organizzate finora, intendiamo proseguire in questo modo.
Proponiamo di organizzare una presenza solidale in città attraverso un volantinaggio e di essere presenti in aula durante l’udienza del 27 marzo alle ore 12, con l’obiettivo di non far passare sotto silenzio quest’attacco repressivo che rischia di tracciare un pericoloso precedente, che potrà colpire tutti quei “sovversivi” che lanciano degli slogan. Bisogna impedirlo, e anche noi imputati tenteremo di farlo, denunciando con un presidio la gravità di questa condanna.

Un presidio in cui smascherare anche le scelte politiche ed economiche dell’”élite” di questo paese che ha permesso che un evento naturale uccidesse 308 persone perché prive di ogni garanzia di sicurezza. La stessa “élite” che, per mano della magistratura, ha condannato i compagni. Il presidio che proponiamo di indire potrà essere un’utile tappa intermedia per la manifestazione a Parma che l’Assemblea di lotta “Uniti contro la repressione” sta costruendo, avendo questa, per i medesimi contenuti e parole d’ordine, un legame diretto con le mobilitazioni precedenti contro il carcere e il 41 bis.

Assemblea di lotta “Uniti contro la repressione”

Gennaio 2013

 

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