Pubblichiamo il volantino scritto in occasione della mobilitazione di sabato 25 giugno a L’Aquila all’interno della campagna “Pagine contro la tortura”. Contemporaneamente per il 24 e il 25 giugno è stato lanciato un appello dall’organizzazione Samidoun all’azione in solidarietà al detenuto palestinese Bilal Kayed, mentre centinaia di prigionieri palestinesi intraprenderanno uno sciopero della fame di due giorni. Riteniamo importante dar voce al grido di protesta e alla coraggiosa resistenza dei detenuti palestinesi all’interno di una giornata di lotta contro il regime carcerario del 41bis, quale degno strumento di isolamento e annientamento in Italia, nella cosiddetta democratica e civile europa, per rafforzare il filo rosso della solidarietà che unisce le lotte dei prigionieri rivoluzionari e di tutti i compagni rinchiusi nelle carceri imperialiste.
Palestina
Il 13 giugno il prigioniero palestinese Bilal Kayed doveva essere liberato dal carcere israeliano dopo aver scontato una condanna di 14 anni e mezzo. La sua famiglia lo stava aspettando al posto di blocco, ma Bilal non è tornato perché è stato sottoposto alla detenzione amministrativa, senza accuse né processo. Bilal ha quindi iniziato uno sciopero della fame, in solidarietà del quale i compagni prigionieri hanno promosso una mobilitazione, rilanciando scioperi e proteste all’interno del carcere al fine di evitare che questa procedura venga utilizzata per tutti i detenuti sottoposti a lunga detenzione. Diverse organizzazioni stanno promuovendo proteste a sostegno di Bilal e dei suoi compagni di prigionia, tra di loro Samidoun, un’organizzazione di solidarietà internazionale a sostegno dei prigionieri palestinesi, lancia un appello all’azione per il 24 e 25 giugno, in concomitanza con uno sciopero della fame di 2 giorni da parte dei prigionieri.
Italia
A L’Aquila, sabato 25 giugno 2016 si terrà una manifestazione in città a partire dalle h.11.00 ed un presidio sotto il carcere alle 14.00, contro il 41bis dell’ordinamento penitenziario. Una giornata di lotta nell’ambito della campagna “pagine contro la tortura” contro il recente inasprimento delle restrizioni previste da questo articolo, che in aggiunta alle già forti limitazioni imposte dal cosiddetto carcere duro, ora limita anche la possibilità di ricevere libri dall’esterno della struttura di reclusione. La restrizione sui libri è un evidente ulteriore tentativo di recidere i già esili rapporti tra il detenuto e l’esterno, ovvero con la solidarietà di classe. 41bis significa tortura tramite l’isolamento. Questo regime rappresenta la punta più alta del trattamento differenziato che caratterizza il sistema carcerario italiano: chi non piega la testa e non rinuncia alla propria identità è sottoposto al castigo. Adottato trent’anni fa in piena “emergenza” sulla criminalità organizzata, si è inasprito ed esteso nel corso del tempo. Circa 700 prigionieri/e sono oggi sottoposti al regime di 41bis e, dal 2005, è applicato a tre militanti rivoluzionari, tra cui Nadia Desdemona Lioce, militante delle Br-Pcc, rinchiusa proprio nel carcere di Preturo. Questo articolo si manifesta chiaramente per la sua reale natura di strumento della controrivoluzione preventiva. Il suo inasprimento risulta in armonia con la tendenza a rafforzare l’apparato repressivo dello Stato, a modernizzare le norme giuridiche e coercitive in funzione delle nuove esigenze della classe dominante e le nuove contraddizioni che si palesano, sia sul piano nazionale, sia su quello internazionale caratterizzato dalla tendenza alla guerra imperialista. E proprio nella gestione della ricaduta della guerra sul fonte interno, oggi lo Stato di Israele diventa il modello da perseguire, come principale esportatore di strategie, tecnologie ed esperienza concreta (testata sul popolo palestinese) nella gestione del conflitto interno, nell’esportazione dell’industria della violenza.
ll 41bis è attualmente in vigore in 13 sezioni interne alle carceri di: Novara, Parma, Opera-Milano, Tolmezzo-Udine, Ascoli Piceno, Viterbo, Secondigliano-Napoli, Terni, Spoleto, L’Aquila, Rebibbia-Roma, Bancali-Sassari e Uta-Cagliari.
Rispondiamo all’appello dei prigionieri palestinesi portando la loro voce all’interno della lotta, qui in Italia, contro il carcere e l’aberrazione del 41bis. Vogliamo affermare, come ci insegnano i palestinesi, che la lotta al fianco dei prigionieri è parte della lotta più generale contro il sistema nel quale oggi viviamo: contro le guerre di rapina e di oppressione; contro l’imposizione sempre più accanita, dentro la crisi, di misure di fame e sfruttamento ai lavoratori e a tutte le masse popolari; contro l’inasprimento e l’estensione della repressione verso chi si oppone con la lotta a tutto questo. Carcerazione, processi, fogli di via, arresti domiciliari sono all’ordine del giorno contro le proteste che si susseguono in ogni parte d’Italia e aumenta la repressione e le espulsioni di coloro che arrivano in Europa in fuga dalle guerre imperialiste. A ciò si aggiunge il recente attacco alla solidarietà internazionalista con l’approvazione, anche in Italia, della messa fuorilegge del movimento di boicottaggio contro l’entità sionista di Israele, il Bds.
Unirsi nella lotta al fianco dei prigionieri!
No alla differenziazione e al 41bis!
No alle leggi contro il boicottaggio del regime sionista; unire la lotta contro imperialismo e sionismo alla resistenza contro la repressione!
Estendere e rafforzare la solidarietà di classe e internazionalista, rilanciare ogni lotta!
Assemblea di lotta “Uniti Contro la Repressione”
no41bis@gmail.com
Fronte Palestina Milano
Fronte Palestina Padova
20/6/2016