Corteo a Torino, venerdì 10 giugno 2016
Compagne e compagni (12) sottoposti da una decina di giorni al “divieto di dimora” nel comune di Torino, hanno deciso di violarlo mettendosi apertamente sulle strade di quella città. Hanno così raggiunto nel pomeriggio, alle 15, Radio Black Out, dove hanno comunicato direttamente le loro scelte. Ecco il brano introduttivo dello scritto compiuto e letto collettivamente:
È a Torino che abbiamo visto portare via uomini e donne perché non avevano un documento. A Torino abbiamo visto la polizia caricare un corteo di operai che avevano osato ribellarsi.
A Torino abbiamo visto le pattuglie dei carabinieri aiutare padroni e banche a sbattere in strada i nostri vicini di casa in ritardo con l’affitto o con il mutuo.
A Torino abbiamo visto interi quartieri trasformarsi secondo le esigenze dei ricchi sulla testa dei più poveri che li abitano.
A Torino e nelle sue valli abbiamo visto la celere bastonare le persone accampate a difesa della terra in cui vivono.
Ma a Torino abbiamo anche visto decine di persone sollevarsi per permettere a un clandestino di scappare a un controllo e centinaia di facchini tener testa a chi li voleva cacciare dai cancelli del CAAT (Centro Agricolo Alimentare Torino). Qui abbiamo visto intere vie chiuse dai cassonetti per respingere un ufficiale giudiziario e decine di abusivi riprendersi la piazza sotto gli occhi impotenti della polizia. È a Venaus che le stesse persone bastonate hanno rialzato la testa e spazzato via plotoni di celere riconquistando il terreno perduto.
Se è vero che ovunque soprusi e ribellioni sono all’ordine del giorno, è a Torino che noi abbiamo deciso di coltivare un sogno comune.
Puntiamo i piedi, qui vogliamo rimanere, qui vogliamo lottare.
Dodici divieti di dimora a chi in una giornata di ottobre era andato presso la sede di Ladisa, ditta fornitrice dei pasti all’interno del Cie di corso Brunelleschi, a restituirgli un po’ della merda che quotidianamente somministra ai reclusi. Un’iniziativa all’interno di un percorso di lotta contro il Cie e contro chi lo fa materialmente funzionare. (…)
Banditi a Torino
A sostegno del preciso e chiaro rifiuto del divieto dettato dalla strafottenza dello stato si è formato un concentramento di un’ottantina di compas che al termine della trasmissione ha raggiunto in corteo la sede della radio. Nel corteo aperto dallo striscione Dove stare e come lo decidiamo con la lotta, sono entrate bandite e banditi al grido di: Da Torino non ce ne andiamo … Non ci caccerete mai … i vostri divieti sono per noi solo carta straccia … ha tenuto la strada per circa un’ora anche attacchinando manifesti. La gente incontrata lungo il tragitto ha accolto interessata quel che stava accadendo. Il corteo ha raggiunto il parco dove in queste giornate si tiene la festa di Radio Black; un altro momento di sostegno alla scelta di non accettare nessun obbligo tanto meno dettato dallo stato.
Infatti, la mobilitazione continuerà nei prossimi giorni. In particolare, martedì 14 giugno, perché in tribunale alle 9 è fissata l’udienza per il riesame del divieto di dimora. Todos siamo chiamat* a esserci.