Appello per una campagna di solidarietà ai licenziati politici

AppelloAPPELLO PER LA MOBILITAZIONE CONTRO I LICENZIAMENTI POLITICI E LA REPRESSIONE PADRONALE, PER LA SOLIDARIETÀ E LA LOTTA DI CLASSE

In tutta la penisola, assistiamo ad un intensificarsi delle lotte delle lavoratrici e dei lavoratori di tutti i settori. Dalle fabbriche, alla logistica, alla scuola e alla sanità, le lotte tendono ad aumentare, diffondersi e in certi casi ad acquistare autonomia dalle burocrazie sindacali e rendersi più incisive nelle pratiche conflittuali, radicalizzandosi con un ritorno a picchetti, blocchi, occupazioni, scontri con la forza pubblica e con nuove forme di unità nella lotta tra settori diversi. Lo dimostrano chiaramente le vertenze dei facchini della logistica, che stanno resistendo a fronte di una repressione che ha schierato mezzi infami, come lo squadrismo dei crumiri, le aggressioni in stile mafioso e attentati all’incolumità dei lavoratori.

La realtà dimostra che il primo attacco che i padroni tendono a mettere in atto è il licenziamento politico delle avanguardie di lotta. Parlano chiaro, in proposito, le vicende degli operai di Pomigliano, dei lavoratori della logistica, dei licenziati nelle ferrovie e di tutti quei lavoratori che, decisi a non abbassare la testa, vengono espulsi dal processo produttivo. A questa realtà si aggiunge l’ulteriore giro di vite dell’ennesima controriforma del governo Renzi diretta sia a colpire la condizione materiale dei proletari, sia a innalzare il livello repressivo attaccando l’art. 18 o legalizzando il demansionamento. Quest’ultimo è un vero e proprio strumento punitivo che si aggiunge ad altre pratiche discriminatorie e di pressione come i reparti confino o l’isolamento dagli altri colleghi. L’intensificarsi dell’attacco di padroni e governi contro i lavoratori e le masse popolari è diretta conseguenza della crisi strutturale del sistema e del suo aggravarsi negli ultimi anni. L’obiettivo principale della classe dominante rimane quello di incrementare lo sfruttamento della classe lavoratrice per abbassare i costi di produzione.

A fronte dell’aumento e alla determinazione delle lotte dei lavoratori che si organizzano contro i continui attacchi, i padroni corrono ai ripari. Dispiegano il loro armamentario repressivo con l’obiettivo di dividere, intimidire e rendere sempre più ricattabili i lavoratori. Quando la repressione padronale non basta, arriva celere l’aiuto dello stato, con le cariche della polizia, le denunce, gli arresti e, infine, il carcere.

Bisogna stringersi attorno ai licenziati politici proprio per il ruolo essenziale che essi svolgono nella lotta operaia e proletaria e per questo sono il bersaglio strategico dei padroni, disposti anche ad elargire concessioni agli altri lavoratori pur di espellere le avanguardie dall’azienda. Una classe che non si difende non potrà mai rilanciare e contrattaccare.
È necessario lottare al loro fianco per l’immediato reintegro, perché possano continuare a svolgere il proprio ruolo di avanguardie di lotta, perché il ricatto salariale non sia un ostacolo alla lotta contro il padrone. È doveroso anche sostenere le battaglie per le quali questi lavoratori vengono licenziati.

Per questo come Assemblea di lotta “Uniti contro la repressione” lanciamo una campagna di solidarietà a sostegno dei licenziati politici e di difesa dell’agibilità delle avanguardie sul posto di lavoro, rivolto a tutte le realtà e ai singoli già mobilitatisi contro la repressione e il carcere, nonché a tutti i proletari e situazioni collettive che si stanno mobilitando sui posti di lavoro e nella società in difesa delle proprie condizioni di vita e di quelle generali della classe sfruttata. La repressione che colpisce le lavoratrici e i lavoratori in lotta è parte integrante dell’attacco contro chi si mobilita e lotta contro questa società: che scarica sui proletari i costi della crisi padronale, che devasta l’ambiente e semina guerra per il profitto della borghesia.

Una campagna che intendiamo articolare con iniziative varie, sia di sostegno politico ai lavoratori licenziati e alle lotte che essi continuano a portare avanti, sia di solidarietà a livello economico, con raccolte fondi per le diverse casse di resistenza.
Il contenuto di fondo che vogliamo portare avanti, in dialettica con le singole vertenze, è che bisogna difendere, tutti quanti, l’agibilità delle lotte dei lavoratori, e che solo imparando a lottare e organizzandosi per farlo, i proletari possono reggere l’urto dell’attacco padronale e conquistare non solo qualcosa oggi, in questa società comunque fondata sullo sfruttamento, ma conseguire la forza per abbatterla.

Assemblea di lotta “Uniti contro la repressione”
Novembre 2014

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