Pubblichiamo il primo lavoro dell'”Assemblea uniti contro la repressione”
Ogni edificio ha il suo pilastro e ogni pilastro funziona, in sé, come un edificio e dunque necessita, a sua volta, di un pilastro.
Il pilastro dell’edificio della società capitalista, basata sullo sfruttamento di una classe sulle altre, è lo Stato. Senza Stato, potere coercitivo, organizzato ed egemonico di una classe sulle altre, questa società non sta in piedi.
A sua volta, il pilastro del potere dello Stato è, in ultima e concreta analisi, il carcere, ovvero la struttura coercitiva ove rinchiudere coloro i quali violano le norme dello Stato o addirittura ne combattono i fondamenti, facendoli sparire dalla normalità dei rapporti sociali sui quali lo Stato è, per l’appunto, chiamato a vegliare.
A sua volta, il pilastro del carcere è il regime d’isolamento, ove il prigioniero viene fatto sparire non solo dalla società, ma si tende a farlo sparire dallo stesso carcere, attraverso il massimo della coercizione. Il regime d’isolamento ha funzione di doppio pilastro, sia rispetto al carcere come struttura coercitiva di classe, sia per la società, poiché naturalmente esso colpisce quando è necessario rafforzare la tenuta di entrambi e anche nei confronti di chi, come i rivoluzionari prigionieri, ha combattuto e resistito a entrambi.
In Italia, il regime d’isolamento è istituito e regolato dall’articolo 41bis dell’ordinamento penitenziario.
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